Togetherness un evento globale che considera la comunicazione al servizio della pace e dell’unità. In che modo la comunicazione può promuovere la pace? Cosa significa utilizzare i media come strumento per costruire ponti tra culture e comunità diverse? Sono queste le domande al centro di “Togetherness: Communication & Media for Peace,” il seminario internazionale organizzato da NetOne e dedicato a esplorare il ruolo chiave della comunicazione nella costruzione di una società più giusta, solidale e pacifica. Questo evento on-line si é svolto tra il’8 e 9 novembre 2024 dalle 14:00 alle 17:30 (ora di Roma). Un’occasione unica per tutti coloro che desiderano comprendere e mettere in pratica strategie comunicative efficaci al servizio del bene comune. Tra poco podrá riversi nel canale youtube di NetOne.
Una comunicazione che unisce
In un’epoca caratterizzata da divisioni e tensioni mondiali, la capacità di comunicare in modo empatico e costruttivo è diventata una competenza essenziale.
La scelta del tema “Togetherness” non è casuale: l’obiettivo del congresso è proprio quello di esplorare il concetto di unità, fraternitá e solidarietà attraverso la comunicazione, di fornire ai partecipanti elementi concreti, case study e testimonianze di successo, per ispirarli e motivarli a utilizzare la comunicazione come leva per il cambiamento sociale.
Il seminario, infatti, ha riunito figure di spicco nel settore: comunicatori internazionali, giornalisti, educatori, studiosi di relazioni interculturali e rappresentanti di organizzazioni globali per riflettere e confrontarsi su come i media e la comunicazione possano diventare strumenti per abbattere barriere, superare pregiudizi e favorire il dialogo interculturale, promuovere la pace. Nel discorso di apertura Isabel Gatti, Coordinatrice internazionale di NetOne, ha espresso il senso di questo incontro: “Togetherness,, mai più guerra. Stare insieme, essere in unità, fraternità, pace; questo è il grido che emerge dal cuore della nostra Comunità NetOne. Oggi convochiamo per dire le nostre parole, che da diversi continenti vogliono unirsi per costruire un’altra comunicazione. Una “Nuova comunicazione”, come Chiara Lubich ci ha invitato a promuovere nei giorni della fondazione di NetOne. Con essa vogliamo abbracciare il dolore di questa umanità che, come agli albori del Movimento dei Focolari, vive la frammentazione della comunità umana a causa dei conflitti armati”.
Il programma si é articolato in due giornate intense e ricche di interventi, che spaziano da argomenti di grande attualità come il ruolo dei social media nel contrastare la disinformazione e l’incitamento all’odio, fino a esplorare il potenziale della comunicazione comunitaria e partecipativa. Ogni intervento è pensato per offrire spunti di riflessione ma anche esempi concreti e strategie applicabili nella vita professionale e personale di ciascun partecipante.
Uno degli aspetti più innovativi di Togetherness è la dimensione interattiva dell’evento, pensata per favorire un confronto diretto tra i partecipanti e creare uno spazio dove ognuno possa condividere le proprie esperienze e competenze. Questa struttura facilita la creazione di una rete internazionale di professionisti e appassionati che condividono la stessa visione di una comunicazione al servizio della pace.
Il seminario ha rappresento anche un’opportunità unica per fare networking e stringere relazioni professionali di alto livello. Questo evento ci ha permesso d’ampliare la nostra rete di contatti e ottenere una prospettiva globale sulla comunicazione per la pace. Un elemento distintivo di Togetherness è rappresentato dal suo flyer ufficiale, creato da FM Comunicazione di Francesco Mazzarella. Questo flyer non è soltanto uno strumento promozionale, ma un vero e proprio veicolo visivo della missione del seminario.
Le conclusioni, preparate da Laura Gherlone, esprimono la qualità di ciò che è stato vissuto; “Siamo arrivati alla fine del nostro Congresso Internazionale “Togetherness: Communication & Media for Peace”. Quando abbiamo iniziato a pensare al titolo di questo evento, ci è venuto in mente uno spazio di incontro e unione per aiutarci reciprocamente a credere e a generare la pace: da qui la parola togetherness. Oggi questo termine è usato con insistenza negli studi sui media per esprimere quel particolare fenomeno che ha prodotto Internet, ossia la possibilità di stare insieme e di sentirsi vicini, quasi epidermicamente, nonostante le diverse geografie e le diverse longitudini. Tuttavia, abbiamo riflettuto in questi due giorni, che questa prossimità o “stare insieme” non è sempre qualitativamente alto e relazionalmente fecondo in termini di rapporti interpersonali. In tutti gli spazi di riflessione che abbiamo condiviso tra ieri e oggi, dall’etica digitale alla comunicazione generativa, dall’educomunicazione al giornalismo dialogico, è venuta fuori la necessità di re-interrogarci sul “mondo della vita” in questo universo post-mediale in cui siamo immersi. Specialmente nei lavori di gruppo è sorto il desiderio di lavorare insieme su nuovi modelli educativi e di alfabetizzazione mediatica e soprattutto dei dati (data literacy); di riflettere insieme sul mondo dell’etica informatica e dell’IA, tanto a livello teorico como a livello di protocolli e buone pratiche; di metterci insieme per promuovere una cultura della solidarietà e della riconciliazione proprio attraverso gli strumenti che ci offre l’ecosistema dei media, come fanno gli influencer per la pace; di riattingere alla figura di Chiara Lubich e al Carisma dell’Unità per affrontare insieme le sfide di una realtà globale che, come vari contributi hanno sottolineato, è complessa e profondamente polarizzata. Il 25° anniversario della fondazione di NetOne ci sembra un’ottima occasione per mettere in comune e visibilizzare la rete di lavori, ricerche e buone pratiche che tutti noi stiamo già portando avanti. Come dice papa Francesco, “nell’avventura della vita non siamo soli, Gesù ci tende la mano”. In questa prospettiva, lavorare nel mondo della Comunicazione, con la C maiuscola, e soprattutto farlo insieme, significa realmente lavorare per un medium di speranza: una via per dileguare la solitudine, accrescere qualitativamente lo “stare insieme” ed essere generatori di beni relazionali e di pace. Per concludere, ringraziamo ciascuno e ciascuna per aver partecipato. Ringraziamo in particolare Francesco Mazzarella che ha reso possibile tutta l’organizzazione e l’implementazione tecnica dell’incontro e i traduttori che ci hanno accompagnato, rendendo possibile esprimerci nella nostra pluralità di lingue.Vi ricordiamo infine che vorremmo rendere disponibili i contributi presentati in questo Congresso affinchè le prospettive aperte possano essere accessibili a tutti sotto forma di materiali di lavoro e di riflessione, rappresentando auspicabilmente un punto di partenza per ulteriori ricerche. I relatori saranno invitati ad ampliare l’abstract sotto forma di articolo per una pubblicazione digitale ad accesso aperto”.
A cura di: Laura Gherlone e Frascesco Mazzarella