NetOne was born on June 2, 2000. NetOne was born on June 2, 2000. Its story is intertwined with that of Chiara Lubich, founder of the Focolare Movement and many initiatives oriented towards universal fraternity. Just like for all stories, NetOne's too has a before and an after.
- Year 2016
The project "Per un giornalismo dialogico" (For Dialogic Journalism) brings together media professionals, sociologists, historians and theologians in places of crisis and conflict in Africa, the Middle East and Europe in order to understand and learn how to report on migrations, wars and fragile democracies with a multiple perspective.
La data della nascita di NetOne può essere fissata ai primi di giugno del 2000, quando ottocento comunicatori si riuniscono a Castel Gandolfo (Roma, Italia) per iniziativa del Movimento dei Focolari.
L’accelerazione degli avvenimenti era cominciata nel marzo 1995, quando l’Uelci (Unione Editori e Librai Cattolici Italiani) aveva attribuito a Chiara Lubich il premio “Autore dell’anno” per la sua attività di scrittrice, e quando, nel gennaio 1997, Chiara Lubich ricevette il dottorato honoris causa in Comunicazioni sociali alla St. John’s University di Bangkok, per i suoi meriti “nell’uso delle nuove telecomunicazioni e tecnologie dei media”.
Fu quello probabilmente uno degli elementi principali che spinsero Chiara ad accelerare i tempi per la nascita di NetOne – che, nel congresso del giugno 2000, non aveva ancora un nome – . In quell’occasione, Chiara Lubich pronuncia un discorso “fondatore”, perché traccia le linee direttrici, con sicura ispirazione poetica, di quello che negli anni sarebbe diventata NetOne.
Al termine di quel congresso, dichiara “fondata” quella realtà associativa tra comunicatori. Nomina Nedo Pozzi coordinatore della “nuova realtà” e con lui nella commissione internazionale: Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore, Paolo Crepaz, giornalista sportivo, Carla Cotignoli, giornalista alla Radio Vaticana, Lella Siniscalco, a lungo regista RAI, e Maria Rosa Logozzo, informatica. Già nella sua composizione, quella commissione svela non poco della “futuribile” rete di NetOne.
Il nome “NetOne” emerge al termine di un lungo brainstorming che è stato anche una profonda riflessione sulla visione e sulla missione del nascente raggruppamento di comunicatori.
Certamente “NetOne” si è rivelato un nome forte, che indica lo scopo ultimo del gruppo (l’unità, one) e nello stesso tempo la sua forma associativa (la rete, net).
NetOne: la coabitazione sotto lo stesso tetto di tutte le categorie professionali e teoriche che operano nel campo della comunicazione.
Poco dopo la chiusura del congresso del giugno 2000, viene dato inizio a una serie di “incontri di formazione” per coloro che vogliono aderirvi.
Attualmente questo tipo di appuntamento si svolge periodicamente anche online in varie parti del mondo permettendo in questo modo di unirsi a i gruppi di NetOne anche da luoghi difficilmente raggiungibili. In alcune città e Paesi sono iniziati appuntamenti là dove NetOne si era già avviata “spontaneamente” – dalla Spagna alla Slovenia, da Milano a Bologna e alle Filippine. Ma anche negli Stati Uniti, e più precisamente a Hollywood.
Nel 2003 si realizza un Simposio internazionale di NetOne, a Castel Gandolfo. Chiara Lubich presenta la figura della Madre di Cristo “trasparenza di Dio” in particolare nella sua desolazione, come modello anche per tutti coloro che operano nell’ambito dei mass media: “… La sua figura di madre che regge Dio morto nelle sue braccia e ancora crede, e spera e ama, può essere il modello e il sostegno dei comunicatori che spesso devono assistere – per trasmetterne, poi, la notizia – ad eventi che ricordano in modi diversi l’abbandono del Figlio di Dio in croce …”.
Nel novembre 2004 ha luogo il congresso “Il silenzio e la parola. La luce”. Un grande successo, con la partecipazione di circa mille operatori della comunicazione suddivisi in quattro laboratori: giornalismo, scienze della comunicazione ed editoria, cinema e televisione, informatica e comunicazione aziendale. Un convegno per mettere in rete le idee, i progetti, gli approfondimenti culturali, le testimonianze di vita di migliaia di operatori che in tutto il mondo lavorano o studiano nel campo dei media. Nella prospettiva di un mondo unito.
Nel 2006 parte una piccola iniziativa: “Intermediando”, un laboratorio di comunicazione per giovani professionisti o studenti di Scienze della Comunicazione. Un tentativo di informare con le categorie proposte da NetOne l’agire di tanti giovani comunicatori. Intermediando offre un corso di “approfondimento creativo” per singoli campi (informazione, cinema e tv, ict e letteratura) ma con aperture inter e intra-disciplinari.
L’anno 2008 si rivela importante per l’apertura di NetOne in America Latina, con quattro congressi (Brasile, Argentina, Colombia e Cile). La comunicazione latinoamericana, anche accademica, rivela incredibili potenzialità creative e sociali.
Dal 2015 si susseguono convegni e workshops in Benin, Burkina Faso (con partecipanti dal Senegal e dal Mali), Burundi, Costa d’Avorio, Kenya (con partecipanti dalla Tanzania) e nella R.D. del Congo, dove sono stati coinvolti professionisti dei media e studiosi di comunicazione di vari Paesi dell’Africa.
Nel 2016 nasce il progetto: “Per un giornalismo dialogico”, che mette a fuoco i conflitti, nei quali si richiede un incontro tra i contrapposti attori sociali. Si prende in considerazione il tema delle migrazioni forzate, per fame e guerra, specialmente dai Paesi africani e dal Medio Oriente verso l’Europa. Davanti a questa problematica, che ha ampi risvolti geopolitici, economici e antropologici, NetOne si propone di raccontare i fenomeni migratori a partire dalle esperienze di chi lascia la propria terra per fuggire dalla guerra, cercando di ricostruire i fatti, ricavando e considerando i dati per scoprire e raccontare la verità.
Nel 2019, NetOne è uno degli organizzatori del Forum dal titolo “Humanity 4.0 – Verso le comunità del futuro” tenutosi a Trento, durante il quale il consulente Onu per il mondo digitale prof. Fadi Chehadé lancia l’idea di lavorare alla definizione di limiti etici condivisi dagli ingegneri per permettere uno sviluppo più giusto delle nuove tecnologie. Dopo questo incontro, nascono molteplici iniziative per il progresso della comunicazione digitale.
Un’altra caratteristica di questi ultimi anni è la collaborazione a diversi progetti di comunicazione accademica con l’Istituto Universitario Sophia con sede a Loppiano (Firenze).