di Nedo Pozzi
(Da un intervento tenuto in occasione del secondo appuntamento di un ciclo di seminari su Igino Giordani, il 18.12.2007 a Palazzo San Macuto, Roma)
Igino Giordani è un personaggio estremamente poliedrico. Oggi vorrei limitarmi a guardarlo soprattutto come comunicatore a servizio di un grande ideale: l'umanità come famiglia.
Il suo impegno come uomo dei media è impressionante: 4000 articoli su 49 organi di stampa italiani e di altri paesi, fondatore di varie testate, direttore di due quotidiani e di 10 periodici, autore di oltre 100 libri (una media di quasi due all'anno) per un totale di 26000 pagine, tradotte nelle principali lingue, senza contare i saggi, gli opuscoli, le lettere, i discorsi.
di Maria Rosa Logozzo
(Intervento tenuto il 18 ottobre 2007 a Praga, per il ciclo Člověk
a média )
Il
cardinale Carlo Maria Martini, nel corso di un immaginario dialogo con la
televisione, le si rivolge così: "Ogni giorno ci fai partecipare del respiro
stesso del mondo"[1].
Quando ogni giorno scorro il giornale, soffermandomi su una cosa o un'altra che mi interessa di più... in fondo, quello che vi cerco è proprio il respiro del mondo a cui poter partecipare.
Il respiro del mondo è la storia e la vita, equilibrio e intreccio di vari momenti, individuali e collettivi. Momenti dai toni mai uguali, perché il respiro del mondo sa d'infinito.
di Michele Zanzucchi
Nel mezzo del XX secolo, è nata una nuova scienza, imposta dallo sviluppo impetuoso e talvolta inquietante dei mezzi di comunicazione di massa. Una disciplina plurale, come si usa dire quest'oggi, dai nomi spesso criptici o immaginativi, mai univoci[1]. Si tratta di scienze che non cercano solo di proiettarsi nel futuro, intuendo le enormi potenzialità dei media, ma che vogliono penetrare in modo soddisfacente il mistero stesso della comunicazione umana, volgendosi quindi anche al passato.
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