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You don't have permission to access /Luigino Bruni è partito da una storia biblica, Giacobbe che dopo esser rimasto ferito nella lotta con l'angelo viene da lui benedetto. La tesi da lui argomentata è stata: ‘non c'è benedizione senza ferita'. Si può essere felici, ‘benedetti', solo se si corre il rischio della ‘lotta con l'altro', il rischio dell'amicizia e della reciprocità. Oggi le società si stanno muovendo verso tipi di organizzazioni che isolano dagli altri, che si servono di nuovi ‘mediatori' per evitare la fragilità di un rapporto tu a tu, per proteggersi dalla ‘ferita' che la risposta dell'altro - libera e quindi non controllata da noi - potrebbe procurarci. Il mercato e il rapporto contrattuale sono ‘mediatori' in questo senso - essi instaurano una reciprocità controllata - come pure lo sono gli strumenti di comunicazione di massa quando ci mettono in relazione con i personaggi sullo schermo senza il rischio di un coinvolgimento reciproco. Bruni dà una sua visione del paradosso della felicità basandolo sulla diminuzione della reciprocità non contrattuale (cioè quella fondata sul dono e sulla gratuità, come la relazione amicale): la crescita di immunizzazione dalla sofferenza del contatto diretto non può dare felicità. on this server.