La rivista Città Nuova diventa ancora più ricca, grazie ai “contenuti extra” che saranno pubblicati sul web. Solo per alcuni mesi, questi approfondimenti saranno visibili a tutti. Successivamente, saranno riservati ai soli abbonati. In questo articolo parliamo di immigrazione, argomento centrale dell’attualità europea, ma anche occasione per un momento di riflessione e condivisione tra giornalisti ad Atene. Ecco il diario di viaggio dall'8 al 10 aprile tra i campi profughi del Pireo.
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fonte: Città Nuova
di Claudia Di Lorenzi
Il 2015 ha visto il più alto numero di rifugiati dalla fine della seconda guerra mondiale: sono circa 65 milioni, 24 ogni minuto, oltre la metà sotto i 18 anni e più dell'86 per cento in Paesi a basso e medio reddito. È il record negativo che emerge dal "Global Trends 2015", il rapporto diffuso oggi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), nell’odierna Giornata mondiale del rifugiato.
di Claudia Di Lorenzi
Quando parliamo del modo in cui i media trattano il tema delle migrazioni, ci riferiamo implicitamente a giornali, tv, radio e siti web di matrice europea o occidentale in senso più ampio. Ovvero ai media di quei Paesi che sono terra di approdo dei flussi migratori.
Ci si interroga allora sulla qualità dell’informazione offerta, più o meno stereotipata e condizionata dall’orientamento politico dei governi. Raramente però si pensa ai media che di migrazioni parlano dalla sponda opposta, quella dei Paesi di partenza o di provenienza dei migranti, come la Costa d’Avorio.
di Claudia Di Lorenzi
“Perché il mondo ha bisogno di vedere il cadavere di un bambino per credere che nel Mediterraneo è in corso un’ecatombe?” Prende le mosse dalla vicenda del piccolo Aylan - il bimbo siriano annegato nel tentativo di raggiungere con la sua famiglia l’isola greca di Kos, il cui corpicino senza vita, riverso sulla spiaggia turca di Bodrum, ha fatto il giro del mondo sui media – il libro “Immigrazione” di Raffaella Cosentino, edito da Città Nuova.
Un viaggio sulle rotte dei migranti che attraversa, per smascherarli, luoghi comuni e pregiudizi, spesso veicolati dai media attraverso un linguaggio distorto, stereotipato, superficiale e impreciso. Un viaggio che tratta di numeri, quelli veri, e di fatti, vissuti in prima persona, e raccontati da una giovane reporter che non teme di scendere in mare al seguito dei volontari che salvano vite. Un viaggio che mostra l’inadeguatezza delle politiche nazionali e internazionali, che va da Lampedusa ai Balcani, da Schengen a Papa Francesco, e che richiama ad un approccio globale di medio e lungo periodo al fenomeno delle migrazioni forzate, capace di valorizzarne la dimensione storica e quella culturale, e di sollevare il velo dell’indifferenza sulla vita dei migranti, non “clandestini” ma persone.
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